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Arcigay a congresso decide il suo futuro

Prime polemiche per il congresso che deciderà del destino dell’associazione gay più grande d’Italia. In ballo c’è il futuro del circuito del divertimento e il rischio di una diaspora.

Il prossimo presidente – Si apre oggi il XIV Congresso di Arcigay, la tre

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giorni al termine della quale i 262 delegati inviati a Ferrara decideranno il destino della più grande associazione lgbt italiana. A confronto il presidente in carica Paolo Patanè che con Paolo Ferigo cerca la conferma contro degli agguerriti Flavio Romani e Michele Breveglieri che nella loro mozione hanno fortemente criticato il presidente uscente per scelte che avrebbero compromesso la salute economica e l’unità dell’associazione, oltre al rapporto con la rete dei circoli ricreativi.

I congressi provinciali – Il congresso nazionale è stato, come di

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consueto, preceduto da quelli provinciali relativi alla scelta dei delegati da inviare a Ferrara. Confermate le previsioni anche sul consenso che i due candidati avrebbero ottenuto dai circoli sparsi per l’Italia: a Patanè è andata la maggioranza dei delegati inviati dalle città del centro-sud, in primis dalla sua Sicilia, mentre Romani ha riscosso maggior successo al nord oltre che in due circoli "caldi", quelli di Bari e Roma. Il primo – finito su tutti i giornali la scorsa primavera per aver eletto un presidente eterosessuale, Fancesco Brollo, e poi tornato al centro dell’attenzione per il congresso finito in rissa lo scorso settembre – ha visto confermato Giuseppe Maffia, sostenitore di Romani, che già aveva sostituito Brollo poco dopo la sua elezione. Durante il congresso del circolo della Capitale, si legge su una nota sul sito di Arcigay Roma, sono state invece ricordati "…i numerosi attacchi portati dalla dirigenza uscente al comitato romano, con i ripetuti tentativi di delegittimazione, sospensione, espulsione e delazione portati avanti in questi anni…"  tanto che con un voto unanime, che ha assicurato a Romani il sostegno della totalità dei 14 delegati inviati da Roma, i presenti hanno scelto la mozione "Uguaglianza e Libertà".

Le prime polemiche – Oggi, a partire dalle 15, la giornata di apertura è

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stata anticipata da un minuto di silenzio per il controverso caso di omofobia che nei giorni scorsi ha portato al suicidio del liceale romano. A seguire una lettura de Gli Occhiali d’oro di Giorgio Bassani ed il saluto delle istituzioni (erano presenti il vicesindaco Massimo Maisto e la presidente della provincia Marcella Zappaterra) e delle associazioni, oltre al saluto del presidente della Repubblica Napolitano, quello della Camera Fini e del Senato Schifani. Ma quella che doveva essere una giornata puramente introduttiva e istituzionale sembra già aver lasciato spazio allo scontro. In mattinata è stata infatti diffusa una lettera firmata da numerosi circoli (Agrigento, Arezzo, Bergamo, Campobasso, Catania, Catanzaro, Foggia, Grosseto, Livorno, Messina, Palermo, Pavia, Perugia, Pescara, Pisa, Pistoia, Ragusa, Reggio Calabria, Trieste, Vercelli) che parlano di congresso "fallimentare e svilito" da alcune situazioni che si son venute a creare negli ultimi mesi: dagli attacchi personali volti a delegittimare dirigenti dell’associazione regolarmente eletti a Perugia, alla compressione delle regole democratiche durante alcuni congressi provinciali (non ultimo quello di Bari).

Il circuito ricreativo – Il nutrito gruppo di circoli denuncia peraltro un ricatto economico ai danni dell’associazione da parte di alcuni locali affiliati che avrebbero creato un circuito parallelo (Andos) visto dai mittenti della denuncia come uno strumento di condizionamento del Congresso. In ultimo nella stessa lettera viene denunciata l’assenza di un numero altissimo di delegati che non avrebbe precedenti nella storia dell’associazione e che costituirebbe "…una palese compromissione dei principi di partecipazione democratica e di rappresentanza".

Se queste sono le premesse il fine settimana di Arcigay, come la strada verso il risanamento ed una profonda riforma dell’associazione per cui i due candidati hanno proposto ricette diversissime, potrebbe rivelarsi una lunga salita molto più ripida del previsto.

di Andrea Contieri