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Benedetta Francia

Il papa torna a scagliarsi contro la mozione francese all’Onu per la depenalizzazione dell’omosessualità. Secondo la bizzarra tesi del pontefice, annullerebbe la differenza biologica tra uomo e donna

Ieri la presentazione all’assemblea Onu della mozione per la depenalizzazione dell’omosessualità con la quale 66 paesi chiedono la cancellazione del reato di sodomia in tutto il mondo. Oggi la nota vaticana: quella mozione cancellerebbe addirittura la differenza biologica tra un uomo e una donna. Addirittura!

La sparata arriva dalle pagine del quotidiano vaticano L’Osservatore Romano, sul quale si legge: «Il documento francese proposto alle Nazioni Unite non è un documento finalizzato, in primis, alla depenalizzazione dell’omosessualità nei Paesi in cui è ancora perseguita, come i media, semplificando, hanno raccontato», perché altrimenti la Chiesa non avrebbe ragioni per opporsi. «La Chiesa Cattolica, del resto – afferma la nota non firmata dell’Osservatore – basandosi su una sana laicità dello Stato, ritiene che gli atti sessuali liberi tra persone adulte non debbano essere trattati come delitti da punire». «Ma questo documento – prosegue l’Osservatore Romano – in realtà, parla d’altro, e cioè promuove una ideologia, quella dell’identità di genere e dell’orientamento sessuale. Le categorie di orientamento sessuale e di identità di genere, che nel diritto internazionale non trovano alcuna chiara definizione, vengono introdotte come nuove categorie di discriminazione e si cerca di applicarle all’esercizio dei diritti umani». Anzi, si tratterebbe di «concetti controversi su base internazionale, e non solo dalla Chiesa, in quanto implicano l’idea che l’identità sessuale sia definita solo dalla cultura, e quindi suscettibile di essere trasformata a piacere, secondo il desiderio individuale o le influenze storiche e sociali». Pur essendo proprio così, per il papa «introducendo tali categorie, si dà impulso al falso convincimento che l’identità sessuale sia il prodotto di scelte individuali, insindacabili e, soprattutto, meritevoli in ogni circostanza di riconoscimento pubblico».

«Non si tratta purtroppo di teorie marginali – afferma ancora l’Osservatore romano – se si pensa che le proposte di riconoscimento di diritti di famiglia alle coppie omosessuali – incluse quelle relative all’adozione e alla procreazione assistita – si basano sull’idea che la polarità eterosessuale non sia un elemento fondante della società, ma un arbitrio da cancellare».

Il risultato finale, se la mozione dell’Unione europea fosse approvata, sarebbe «l’equiparazione delle unioni dello stesso sesso al matrimonio e, per le coppie omosessuali, la possibilità di adottare o procreare bambini. Bambini che rischierebbero, tra l’altro, di non conoscere mai uno dei due genitori e di non poter vivere con lui o lei». «Si sottoliena infine che coloro che si opporranno in futuro a questa visione dei rapporti uomo-donna, come le religioni, potrebbero vedere limitato il diritto di trasmettere il loro insegnamento».