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EUROPARLAMENTO CONTRO BAGNASCO

Approvata a larga maggioranza dal Parlamento Europeo una nuova risoluzione contro l’omofobia. Rimosso il riferimento a “il presidente della Cei” che era presente nel testo originale.

STRASBURGO – L’uguaglianza tra i cittadini dell’Unione Europea è sulla Carta dei diritti fondamentali e in tutti i trattati internazionali ma è ancora ben lontana dall’essere stata raggiunta. Oggi il Parlamento Europeo, riunito in seduta plenaria, oltre ad avere approvato un primo sostegno alla moratoria mondiale sulla pena di morte ha anche affrontato nuovamente il tema dell’omofobia, come già aveva fatto nel gennaio 2006.

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È stata approvata a larga maggioranza (325 voti favorevoli, 124 contrari e 150 astensioni) una risoluzione comune, presentata da un ampio arco parlamentare che va dalla sinistra al gruppo liberaldemocratico, con la quale l’Europarlamento «ribadisce il suo invito a tutti gli Stati membri a proporre leggi che superino le discriminazioni sofferte da coppie dello stesso sesso» (come in Italia, dove non sono riconosciute a nessun livello) e condanna «i commenti discriminatori formulati da dirigenti politici e religiosi nei confronti degli omosessuali» che «alimentano l’odio e la violenza, anche se ritirati in un secondo tempo». L’evidente riferimento è al recente caso scoppiato intorno alle dichiarazioni del nuovo presidente della Conferenza Episcopale Italia, monsignor Angelo Bagnasco, che criticando le proposte di legge per il riconoscimento delle coppie di fatto anche gay aveva poi fatto dei ‘collegamenti’ con incesto e pedofilia. A seguito della tempesta mediatica che ne era scaturita era poi intervenuto Giuseppe Betori, Segretario generale della CEI, secondo il quale Monsignor Bagnasco sarebbe stato «compreso male».

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Nel testo originale della risoluzione si faceva esplicito riferimento a «il presidente della Cei» ricordando «che ha comparato un progetto di legge che conferisce una serie limitata di diritti alle coppie omosessuali a una licenza a commettere atti di incesto di pedofilia». Si faceva menzione anche al vescovo belga André-Mutien Léonard che in un’intervista del 4 aprile aveva bollato la «anormale» omosessualità come «una tappa di sviluppo imperfetto della sessualità umana». L’Avvenire, organo di stampa della CEI, parla di «tentativo di esportare immondizia», ringraziando «vari europarlamentari del Ppe, soprattutto italiani» grazie alle cui pressioni è stato poi ‘alleggerito’ il testo finale.
Frasi che hanno subito suscitato la reazione di Giusto Catania, eurodeputato di Rifondazione Comunista …
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Frasi che hanno subito suscitato la reazione di Giusto Catania, eurodeputato di Rifondazione Comunista e primo firmatario della risoluzione, che ha così replicato alle critiche dell’apparato cattolico: «È strano il modo di pensare da parte della Conferenza Episcopale Italiana: rivendicano il diritto di partecipare al dibattito politico intervenendo, spesso in modo pesante, quando si discute della legge sulle convivenze civili; contemporaneamente lanciano anatemi quando vengono criticati da singoli deputati o addirittura da una prestigiosa istituzione quale il Parlamento Europeo. La maggioranza dei popoli europei pensa che bisogna combattere tutte le manifestazioni di omofobia, sia quando ad esprimerle siano esponenti politici sia quando provengono da ambienti religiosi».

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Riccardo Gottardi, co-Presidente di ILGA Europe commenta così le polemiche: «Direi che Avvenire è esperto nell’umiliazione della verità. Le posizioni della CEI sul riconoscimento delle coppie dello stesso sesso non sono altro che omofobia, con che coraggio lo può negare? La presa di posizione del Parlamento Europeo è molto importante per puntare i riflettori sull’intolleranza che mina le basi stesse della costruzione europea, specie quando dei governi, come quello polacco, ne fanno una bandiera anziché stigmatizzarla. In Polonia, così come in altri paesi, l’omofobia viene usata per negare libertà fondamentali, come la libertà di espressione dei cittadini. E non basta che i governi non la sostengano. Devono stigmatizzarla e prendere iniziative per combatterla in modo attivo. L’omofobia – conclude Gottardi – uccide per davvero e non solo in senso metaforico, proprio come è successo poche settimane fa a Torino». Nel documento si fa infatti riferimento sia al problema della crescente omofobia nel mondo istituzionale polacco e anche al caso di Matteo, sedicenne torinese suicidatosi a causa del bullismo omofobo di cui era vittima. Un problema, quello dell’incremento di casi di bullismo omofobico, che riguarda anche le scuole superiori della Gran Bretagna, dove però sono già stati avviati opportuni programmi per combatterla.
Franco Grillini, deputato dell’Ulivo, sottolinea come la risoluzione sia anche una “condanna” del Family Day: «Oggi il Parlamento europeo ha votata a grande maggioranza una risoluzione che è rivolta anche e soprattutto all’Italia con la sua persistente omofobia di origine clericale e a manifestazioni come il family day che, come ha ricordato con estrema chiarezza il portavoce Pezzotta, è contro i DICO, contro le coppie di fatto, contro qualunque riconoscimento dei diritti di qualsiasi tipo di famiglia che non sia quella che ha il benestare del Vaticano».
Per Sergio Lo Giudice, presidente di Arcigay, è tutto «Come al solito. Il parlamento Europeo dà lezioni di civiltà a quello italiano: speriamo serva a smuovere l’indifferenza dei politici di casa nostra contro gli attacchi omofobici da parte di leader politici come Roberto Calderoli e Giulio Andreotti e leader religiosi come il presidente della Cei Angelo Bagnasco».
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