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«PEDOFILI!». ARIDÀJE!

Parte davvero male Bagnasco come Presidente della CEI. Prima la nota sui DiCo ereditata dal predecessore Ruini. Adesso la solita solfa dei gay pedofili. A noi i bambini non piacciono. E a loro?

ROMA – Le cannonate benedette con l’acqua santa contro il riconoscimento delle unioni civili (soprattutto quelle tra i ‘peccatori’ omosessuali) continuano a ritmo sempre crescente. Dopo la famigerata Nota della Conferenza Episcopale Italiana di venerdì l’intero fine settimana è stato contrassegnato da polemiche innescate da certe ‘riflessioni’ di monsignor Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e nuovo Presidente della stessa CEI.

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Partecipando, la sera prima, a un incontro della diocesi genovese Bagnasco ha nuovamente espresso un parere chiaramente negativo sulle proposte di legge relative al riconoscimento delle unioni di fatto e sui rischi morali che questo comporterebbe. Secondo il prelato la suddetta Nota della CEI ambirebbe a «parlare all’intelligenza dei credenti» perché su queste questioni sarebbe in ballo quella che la Chiesa definisce la “corretta antropologia”, la cui mancanza porterebbe alla perdita di “un criterio oggettivo per giudicare il bene il male”.
Se il criterio è quello “dell’opinione pubblica generale” allora Bagnasco si chiede se sarebbe «difficile dire dei no», ai DiCo in questo caso, ma anche «dire di no all’incesto o al partito dei pedofili in Olanda se ci sono due libertà che si incontrano?». Dal collegamento, certamente non casuale, pare di capire che dire di sì ai DiCo o a una qualsiasi altra iniziativa legislativa simile, costituirebbe una di quelle «aberrazioni già presenti almeno come germogli iniziali» e alle quali sarebbe difficile resistere «se viene a cadere il criterio antropologico dell’etica che è anzitutto un dato di natura e non di cultura». Va da se che la “corretta antropologia” e i criteri “oggettivi” coi quali giudicare il bene e il male ai quali Bagnasco, uomo di Chiesa, fa riferimento sono tutto tranne che “oggettivi”. Ad esempio quando la Chiesa afferma che le relazioni omosessuali non vanno riconosciute perché sarebbero «contrarie alla legge naturale» afferma una cosa assolutamente non oggettiva.
Prevedibilmente le elucubrazioni su DiCo…
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Prevedibilmente le elucubrazioni su DiCo e gli inopportuni (casuali?) esempi riguardanti casi esteri d’incesto e pedofilia hanno scatenato una valanga di reazioni. Il ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio nota che «non è con l’estremismo e l’esasperazione che si aiutano le famiglie e un clima di scontro non aiuta il dialogo. Stupisce che la Chiesa, che parla di valori universali di amore, solidarietà e carità, usi certi toni sul riconoscimento delle convivenze, che non intacca in alcun modo la famiglia tradizionale e che esiste già negli altri paesi europei. Nell’interesse di tutti – dice il leader del Sole che Ride – ci auguriamo che si torni ad un clima di dialogo e di reciproco rispetto».

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Parlando di rispetto non si può non citare il commento del senatore Roberto Calderoli, secondo il quale «L’etica nel discorso di Bagnasco c’entra fino ad un certo punto: i DiCo, l’omosessualità, non sono soltanto contro l’etica ma anche contro natura, e quindi destinati all’estinzione». Il vicepresidente leghista del Senato ha poi aggiunto che certamente «se cade l’etica poi è difficile anche dire di no a incesto e pedofilia». «Certo – afferma – il passaggio dai DiCo alla pedofilia e all’incesto non è automatico, ma è evidente che nelle società dove si è aperto ai DiCo si è poi aperto anche alla pedofilia e all’incesto». Per Calderoli «la laicità dello Stato non c’entra nulla, qui siamo davanti al bene e al male e chi è cattolico deve sapere qual è il bene e qual è il male. E se ancora non si è capito essere culattoni è un peccato capitale e, pertanto, chi riconosce per legge una cosa del genere è destinato alle fiamme dell’inferno».

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«Sono stupefatta dall’utilizzo di espressioni che trascendono il dissenso legittimo da una proposta di legge e che finiscono col ferire la dignità delle persone e della loro vita» ha commentato il Ministro per i Diritti e le pari opportunità, Barbara Pollastrini, mentre per Franco Giordano (Rc) le tesi avanzate da Bagnasco rappresentano «un’idea di società che vogliamo contrastare. Chi pensa così pensa a una idea clandestina del rapporto con la società, perché non la vede, non la conosce e non intende rappresentarla. Noi non vogliamo produrre guerre di religione, ma non vogliamo subirle». Il senatore di An Francesco Storace ha invece espresso massima solidarietà al presidente della Cei. I campioni dell’ipocrisia e del relativismo pretendono di censurare le parole del cardinal Bagnasco e stupisce che ad aggredirlo siano ministri del governo Prodi». Per Storace «Bagnasco ha detto elementari verità che non c’entrano niente con le presunte offese di cui ciancia Pecoraro Scanio: in discussione non è il diritto di essere omosessuale, in discussione è il principio che l’affetto abbia effetti legislativi».
L’aver tirato in ballo la pedofilia è stato un punto sul quale si sono concentrati altre reazioni. Per Pietro Yates Moretti, consigliere Aduc (Associazione per i diritti degli utenti e dei consumatori) certi accostamenti «sembra che confermi l’accanimento in materia da parte del Vaticano. Accostare l’attribuzione di diritti a quello che viene considerato uno dei peggiori comportamenti sessuali – prosegue – è additare i Dico come un nuovo e ulteriore manifestarsi del Male, del Diavolo». L’esponente dell’Aduc ha poi ricordato che la Chiesa cattolica romana «ha sulla pedofilia grande esperienza ed autorevolezza» in quanto, ricorda Moretti, negli Stati Uniti «decine di migliaia di persone hanno denunciato preti pedofili. Diverse diocesi stanno fallendo a seguito degli ingenti danni a cui sono state condannate dalla giustizia». Lo stesso è successo in Irlanda «dove magistratura e media hanno avuto il coraggio di indagare fino in fondo. Inoltre – conclude Moretti – la crescente virulenza omofobica della Chiesa cattolica ci fa sorgere un dubbio: vista l’alta percentuale di preti omosessuali (secondo una ricerca di padre Cozzens, direttore di un seminario cattolico Usa, circa il 60%), c’è davvero da chiedersi se la strenua lotta contro i Dico non sia in realtà un modo per evitare che calino ulteriormente le vocazioni, una faccenda seria per la Chiesa in Occidente».

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«Meno male che il generale monsignor Bagnasco è ritenuto più moderato di Ruini» commenta Aurelio Mancuso, Segretario nazionale Arcigay. «Viste le sue dichiarazioni che equiparano il riconoscimento giuridico delle coppie di fatto con l’incesto e la pedofilia, pensiamo che l’allievo ha già superato il maestro. Si vergogni! La chiesa cattolica ha in piedi cause in tutto il mondo perché i suoi preti molestano bambini e bambine! Centinaia di milioni di dollari sono stati già sborsati dalle diocesi americane per risarcire le vittime innocenti delle perversioni sacerdotali. Anche in Europa e in Italia si moltiplicano inchieste e arresti su preti pedofili. Quindi, il capo della CEI invece di offendere le coppie omosessuali e conviventi, chieda scusa per le aberrazioni di cui si macchiano tanti sacerdoti. La chiesa cattolica – conclude Mancuso – non ha alcun titolo ad ergersi ad istituzione morale: è un organizzazione misogina, monosessuale, discriminatoria e contraria alle libertà e alla democrazia, che costringe i suoi preti ad una castità patologica, che poi sfocia inevitabilmente in atti di libidine sconsiderata e di violenza sessuale». A seguito di tutte le polemiche la Diocesi di Genova ha poi diramato una precisazione nella quale si afferma che l’intervento di Bagnasco ieri a Genova sarebbe stato «male riportato con titolazioni e sintesi sommarie che risultano parziali e fuorvianti».
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