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Il coro Komos cacciato dalla parrocchia, ordini della Curia

Nella vicenda del coro gay bolognese, ospite della parrocchia di San Bartolomeo, è intervenuto l’arcivescovo che ha ordinato al parroco di non concedere i locali per le prove. Don Nildo: “Dispiaciuto”

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Ricordate la vicenda di Komos, il coro gay bolognese che aveva trovato ospitalità, per le sue prove, nei locali della parrocchia di San Bartolomeo della Beverara, grazie alla disponibilità di Don Nildo Pirani? Beh, ricorderete anche che alla fine di Luglio, la Curia di Bologna era intervenuta sostenendo che il parroco aveva sbagliato a concedere la sala a Komos e che Don Nildo aveva strenuamente difeso la propria scelta.
Adesso, purtroppo, l’anziano parroco ha dovuto arrendersi agli ordini perentori dell’arcivescovo Carlo Caffarra che con una lettera inviatagli il 7 agosto scorso, gli ha ricordato un documento sugli omosessuali stilato dalla Congregazione per la dottrina della fede, datato 1986, in base al quale la parrocchia non potrebbe ospitare un coro gay. 

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"Con dispiacere" Don Nildo si è visto costretto due sere fa a consegnare una lettera al direttore del coro Paolo Montanari con la quale glicomunicava che la concessione della sala era revocata per ordini superiori.
"Comunico con dispiacere l’impossibilità di continuare ad accogliere il vostro coro nei locali della parrocchia – comincia la missiva -. Questo per una precisa disposizione di una lettera della Congregazione per la dottrina della fede in data 1 ottobre 1986, che io non conoscevo, e che mi è stata ribadita perentoriamente dal cardinale arcivescovo in persona, con lettera a me inviata in data 7 agosto 2009". Don Nildo, sinceramente dispiaciuto per l’evoluzione della vicenda, si è scusato con Montanari e con i 25 coristi ed ha concluso con un "non ho niente da commentare".

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Il documento a cui ha fatto riferimento Caffarra è una lettera che la Congregazione ha rivolto a tutti i vescovi intitolata "sulla cura pastorale delle persone omosessuali".
Deluso, oltre che amareggiato, naturalmente, anche il direttore del coro Paolo Montanari che si trova adesso costretto a cercare l’ennesima sede per il suo coro (Komos aveva già dovuto abbandonare la sede di Arcigay per alcuni dissidi con l’associazione, ragione per cui si era rivolto a Don Nildo, ndr). "Con una certa ingenuità ho creduto che questa sistemazione potesse durare", ha commentato Montanari  che adesso lancia un appello per salvare Komos rivolgendosi "al Comune e a tutte le associazioni bolognesi (nonché singoli cittadini)" chiedendo "se esiste uno spazio adatto alla musica e adatto a ospitarci".