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Il governo cileno promette una legge per il caso di Daniel

Il Cile è sotto shock per la morte del giovane torturato per sei ore perché gay. Il governo ha promesso che non si arrenderà fino a quando non passerà una legge antidiscriminazione a tutela dei gay.

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In Cile il caso del giovane Daniel Zamudio, di 24 anni, aggredito per i suoi orientamenti sessuali da un gruppo neonazista che lo aveva torturato per oltre sei ore (gli è stato staccato un orecchio e bruciata una gamba), tracciando anche alcune svastiche sul suo corpo con dei pezzi di vetro, ha portato alla luce l’omofobia latente nel paese. La morte del giovane ha provocato forte commozione e nei giorni scorsi sono state molte le persone arrivate davanti al Posta Central per manifestare la propria solidarietà e depositare fiori e candele davanti alla porta del nosocomio.

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Ad intervenire è stato anche il presidente cileno Sebastian Pinera dal summit asiatico dove è presente anche il nostro primo ministro Mario Monti. Pinera ha detto che il governo non si arrenderà fino a quando non passerà una legge antidiscriminazione. Sono quattro i sospettati dell’omicidio attualmente in prigione, tutti di età compresa tra i 19 ed i 26 anni. Il pubblico ministero li incriminerà chiedendo l’ergastolo.

La maggiore associazione gay cilena ha scritto su Twitter: "Daniel Zamudio è morto. Siamo vicini alla famiglia. Ti ricorderemo sempre. La tua morte non sarà inutile". Speriamo sia davvero così.