La vittima dell'aggressione a Berlusconi: "Ora la legge" - omofobia roma appelli BASE 2 - Gay.it Archivio

La vittima dell’aggressione a Berlusconi: “Ora la legge”

Il ragazzo violentemente picchiato a Roma la scorsa settimana si rivolge al premier peché si approvi un testo contro l’omofobia. Concia: “Non c’è volontà politica”. Fiaccolata alle 21.30.

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Dopo la cronaca della violenza, la solidarietà e le condanne nei confronti del gesto, oggi è il giorno degli appelli. Il primo è quello del giovane aggredito nella notte tra martedì e mercoledì scorsi a Roma vicino via Cavour ed è rivolto direttamente al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Il ragazzo, che vuole ancora mantenere il riserbo sulla propria identità, chiede a premier che "venga approvata la legge contro l’omofobia". "Volevo ringraziare Gay Help Line – ha dichiarato il ragazzo – per il sostegno ricevuto e tutte le istituzioni per la solidarietà espressami, però credo ci sia bisogno di azioni concrete e volevo fare un appello al presidente Berlusconi affinché venga approvata la legge contro l’omofobia e nello stesso tempo mi auguro che le Forze dell’Ordine risolvano il mio come tutti gli altri casi irrisolti e come atto di civiltà spero che ci sia una partecipazione attiva al prossimo Gay Pride di Roma del 3 luglio dove sicuramente parteciperò anche io". Il ventiduenne romano, che inseguito all’aggressione ha rischiato di perdere un occhio, è stato dimesso ieri mattina dall’ospedale.

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Il presidente nazionale di Arcigay Paolo Patanè, intanto, insieme al resto del comitato organizzatore del Pride nazionale di Napoli, invita alla partecipazione alla parata che si terrà il 26 giugno prossimo. "Dopo la censura da parte alla lotta all’omofobia avvenuta ad Udine e la grave aggressione di Bolzano – si legge in una nota di Arcigay -, quella accaduta a Roma appare come una drammatica conferma dell’insicurezza a cui la popolazione lgbtqi è esposta in assenza di una profonda iniziativa culturale da parte di tutte le Istituzioni e di una normativa specifica contro l’omofobia e la transfobia". "Il Comitato Pride nazionale a Napoli – continua la nota – chiede con fiducia l’intervento del Capo dello Stato, che già durante l’incontro al Quirinale del 17 maggio aveva speso parole importanti contro la piaga della discriminazione e della violenza nei confronti delle persone lgbtqi. Chiamiamo all’appello tutta la comunità lgbtq italiana e tutte le forze politiche, sociali e culturali che si riconoscono nel progetto di un Paese che sappia dire ‘no’ a questa brutalità, perché confluiscano in massa a Napoli il 26 giugno 2010 per fare del Pride nazionale il momento più partecipato possibile e connotato nella lotta all’omofobia ed alla transfobia". La nota continua con l’annuncio della raccolta di firme a sostegno della legge contro l’omofobia e di "alcuni momenti di grande impatto simbolico, durante il corteo" per manifestare la "ferma volontà di dire ‘basta’ alla violenza omofobica e transfobica".

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Nel dibattito interviene anche Franco Grillini, presidente di GayNet che ricorda come "il più delle volte le aggressioni e le violenze non vengono denunciate per paura e l’impunità che ne segue genera altra violenza". Grillini continua sottolineando che "contro l’omofobia sono tantissime le misure che si possono prendere con urgenza, prima di tutto l’estensione della legge Mancino anche ai reati d’odio verso le persone lgbt. Nell’immediato occorre riprendere la campagna contro l’omofobia da parte del Governo e soprattutto favorire le denunce attraverso la costituzione di un telefono verde nazionale dove raccogliere le testimonianze e dove offrire un primo supporto alle vittime". "Il Ministero per le Pari Opportunità – conclude – potrebbe coordinare le struttura di volontariato già esistenti diventando il punto di riferimento per questo decisivo lavoro di lotta alla violenza ma soprattutto di emersione del sommerso".

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"Mi auguro che alle chiacchiere inutili di solidarietà seguano presto fatti concreti che facciano sentire meno impunito il crescente popolo di omofobi" Così, in una nota, Vladimir Luxuria, dopo l’aggressione di Roma. "Tutti i recenti casi di violenza contro gay e trans hanno due fattori comuni – aggiunge Luxuria – la giovane età e l’agire in gruppo contro una sola persona che dimostra più vigliaccheria che virilità". Poi, l’ex parlamentare ricorda che "purtroppo la promessa del ministro delle Pari Opportunità di presentare una proposta di legge a marzo sull’omofobia è ancora disattesa".

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E un altra accusa alla classe politica, a proposito della legge contro l’omofobia, arriva dalla sua relatrice, l’onorevole Paola Concia che ha partecipato alla conferenza stampa indetta dal comitato Roma Pride oggi pomeriggio davanti a Montecitorio. "Manca la volontà politica di approvarla. Si sono espressi quasi tutti: ora manca il partito del presidente del Consiglio. A parte il Papa ed il presidente del Consiglio – ha dichiarato Concia – ci siamo appellati a tutti. Non sto scherzando è la verità. Vogliamo appellarci a tutti perché noi da soli non ce la facciamo. La Costituzione va difesa sempre, non solo quando si parla di legge bavaglio ma anche quando si tratta di poter amare liberamente". La presidente di Di’Gay Project Imma Battaglia, si è invece nuovamente appellata al presidente del Consiglio ed invitato "tutti, rappresentanti delle istituzioni nazionali, come Fini e Carfagna, ma anche di Comune, Regione e Provincia" il 3 luglio a partecipare al Roma Gay Pride perché "non ci possono lasciare soli, poiché ogni volta c’è un’altra vittima". Per il presidente di Arcigay Roma Fabrizio Marrazzo "ogni volta che c’è un’aggressione i politici esprimono il loro dispiacere, ma loro possono fare qualcosa perché hanno gli strumenti per approvare la legge". Marrazzo ha ricordato che stasera alle 21.30 alla Gay Street ci sarà una fiaccolata e sarà presente anche il portavoce del Roma Gay Pride 2010, Mattia, che un mese fa fu vittima di un’aggressione su un’autobus.

"Ho avuto modo, ieri, di sentire l’associazione che si occupa del ragazzo aggredito – ha fatto sapere la governatrice del Lazio Renata Polverini -. Li incontrerò la prossima settimana per vedere insieme come la Regione può dare il proprio contributo. E’ l’ennesima aggressione che mortifica tutti, dobbiamo riflettere sul clima che si sta creando".

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Dal canto suo Gaylib (l’associazione dei gay di centrodestra) chiede ai vertici delle forze dell’ordine un incontro per discutere misure speciali e per sensibilizzare di più le questure e i comandi di compagnia sparsi sul territorio. GayLib invierà domani una lettera a questo proposito al Comandante generale dell’Arma dei Carabinieri, Leonardo Gallitelli, al Capo della Polizia, Antonio Manganelli e per conoscenza ai ministri di Interno e Difesa, Roberto Maroni e Ignazio La Russa. Un incontro che si rende necessario, scrivono i responsabili di GayLib nella lettera "vista la diffusione dell’emergenza in tutto il Paese" ma anche considerando "non da ultimo i ritardi della politica nell’individuazione chiara di una norma che sappia tutelare con chiarezza e coraggio le persone gay e transessuali dai gravi e razzisti anatemi che sentiamo levarsi non di rado dai salotti televisivi che riescono, con il loro sottofondo di violenza, a esporre l’intera comunità gay e trans a ulteriori e purtroppo sempre più frequenti rischi per la sicurezza e la serenità dei singoli cittadini".

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Fa suo l’appello rivolto a Berlusconi dalla giovane vittima, il senatore del Pd Ignazio Marino. "Subito la legge contro l’omofobia – dice Marino -. Non si protegge la libertà individuale di essere omosessuali con l’indignazione rituale di certo mondo politico e le promesse ripetute con disgustosa puntualità, ad ogni episodio di violenza. Chiediamo al Presidente del Consiglio di dotare il Paese di una legge che preveda un’aggravante nel caso di aggressioni motivate da odio nei confronti di lesbiche, gay e trans. L’assenza di una legge contro l’omofobia – conclude Marino – viene sempre più percepita come una forma della sua tacita accettazione. E ciò è intollerabile".

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E per rispondere alle dichiarazioni di Paola Concia a proposito della mancata presa di posizione del Pdl, interviene Giancarlo Miele, consigliere regionale del Lazio del Pdl, appunto. Il consigliere, infatti, presenterà una proposta di legge al prossimo consiglio regionale per "rendere finalmente operativo l’osservatorio regionale contro il razzismo finora rimasto sulla carta e trasformarlo in un vero e proprio centro operativo di prevenzione e tutela di chiunque subisca una discriminazione, collegato alla rete nazionale promossa dall`Ufficio nazionale antidiscriminazioni del Ministero per le Pari opportunità".  Interviene, invece, nel merito dell’aggravante dell’omofobia, il compagno di partito di Miele, il senatore Lucio Malan. "Di fronte agli ultimi eventi, credo si debba inserire tra le aggravanti di vari reati l’odio motivato da orientamento sessuale. La violenza è sbagliata, chiunque ne sia l’oggetto, ma se esiste l’aggravante dell’odio razziale, ci deve essere anche questa. Se si accettasse di mandare avanti questa norma – dice Malan -, separandola dalle varie altre, assai discusse, contenute nelle proposte sull’omofobia, si potrebbe arrivare rapidamente all’approvazione. Non si deve far credere che i colpevoli restino impuniti perché non c’è l’aggravante, il problema è che bisogna individuarli".

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Di opinione diversa, a proposito della legge, Benedetto della Vedova, anch’egli del Pdl. "E’ evidente che non sarà una legge contro l’omofobia a mettere fine alle aggressioni e alle discriminazioni, ma è altrettanto chiaro che rinviare l’approvazione del provvedimento a prima firma Paola Concia finisce per marcare una insufficiente attenzione al problema ed alla sua gravità – dice Della Vedova -. Mi auguro che la maggioranza, ed il ministro Carfagna in prima persona sappia riprendere l’iniziativa legislativa contro l’omofobia e portarla a termine. Più in generale, il più forte segnale di una piena e completa cittadinanza degli omosessuali italiani sarebbe quello del riconoscimento giuridico, in termini di prerogative e di obblighi, delle coppie gay. Mi auguro che il Pdl, anche valorizzando la proposta Brunetta-Rotondi, sappia prendere un’iniziativa forte, in grado di allineare la normativa italiana a quella di tutti gli altri grandi paesi europei".