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Ministero e giornata HIV, un altro anno senza “profilattico”

Il ministero della Salute presenta la campagna di comunicazione per il 1 dicembre. Ma anche quest’anno manca l’unica parola fondamentale per prevenire il contagio. Le associazioni non ci stanno.

La nuova campagna del ministero – Contro il virus dell’Hiv e l’Aids "non

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bisogna abbassare la guardia, si deve fare il test". È questo lo slogan scelto dalla campagna di comunicazione contro l’Aids presentata oggi a Roma al ministero della Salute, alla vigilia della Giornata mondiale contro la malattia che si celebra ogni 1 dicembre. Il messaggio – spiegano dal ministero – è rivolto ai giovani adulti (30-40 anni) sessualmente attivi e "inconsapevoli", definiti così perché, non essendosi mai sottoposti al test, ignorano la loro sieropositività e infettano gli altri attraverso rapporti sessuali, ricevendo poi una diagnosi tardiva della malattia.

La parola profilattico – Per un altro anno, quindi, dal governo in carica

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arriva la rinuncia a fare una campagna di comunicazione che contenga l’unico concetto ad oggi fondamentale perché l’epidemia subisca una frenata, quella della prevenzione con il preservativo, parola che si è sentita l’ultima volta nel 2008, in uno spot della regista Francesca Archibugi con Ambra Angiolini testimonial: "Rispetta la vita, rispetta te stesso e gli altri, usa il preservativo e nell’amore non rischiare", era lo slogan. Nel 2009 fu la volta di un invito del fumoso ("AIDS. La sua forza finisce dove comincia la tua") che a causa della crisi economica il Governo decise di riproporre tale e quale nel 2010.

Rabbia delle associazioni – "Sono davvero arrabbiata – dice Rosaria Iardino, presidente NPS, associazione di pazienti HIV positivi – perché non

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cambia mai niente. Si è parlato di tutto tranne che dell’unica cosa veramente importante: il profilattico. È una semplice parolina che nessuno ha mai il coraggio di dire. Si preferisce far spendere un sacco di soldi nei farmaci, dimentichiamo che l’utilizzo del profilattico e’ a costo zero e la popolazione non e’ informata, basti pensare che 1 su 4 non sa di aver contratto l’Hiv". Dello stesso tenore l’associazione radicale Certi Diritti: "Non si può nemmeno nominare pubblicamente la parola preservativo e alcune farmacie non li vendono in nome del diritto all’obiezione di coscienza. Il tutto mentre in tutta Europa si trovano preservativi in distribuzione di tutti i locali pubblici e nelle scuole. Occorre assolutamente un cambio di rotta e lo chiediamo con gran forza al nuovo Governo".