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Slovenia: a rischio la vittoria nel referendum sul matrimonio gay

Ancora grande incertezza nel referendum sul matrimonio gay: il 51,5% voterebbe NO

Mentre sono in corso fino a domenica le votazioni per il referendum sulla legge che nel marzo 2015 ha esteso alle coppie dello stesso sesso il diritto a sposarsi, è uscito stamani un sondaggio che ha seminato il panico tra i sostenitori della legge.

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Chiave del referendum intanto è l’affluenza: solo se parteciperà più del 20% degli elettori, infatti, il referendum sarà considerato valido. Ma più va avanti la campagna referendaria dei gruppi cattointegralisti che hanno voluto il referendum, più aumenta l’incertezza su quale fronte vincerà il referendum.

Ad oggi, secondo l’autorevole istituto di sondaggi Episcenter, intenzionato a votare è il 38% dell’elettorato. Ed i NO alla legge supererebbero i SI’, con un 51,5% contro il 48,5%: percentuali di distacco molto risicate, in effetti, ma alcuni commentatori mettono l’accento proprio sul fatto che l’intensificarsi della campagna elettorale, con i soli toni da “fine del mondo” tipici del monto cattolico integralista, potrebbe paradossalmente avvantaggiare il fronte del SI, convincendo piano piano l’elettorato progressista a recarsi alle urne. Qualche margine di speranza, insomma, c’è.

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Più schierati per il NO sono gli uomini rispetto alle donne. Rispetto all’età, il fronte del NO guadagna consensi sopra i 45 anni e li perde nella fascia d’età 18-44 anni, specie nelle grandi città. E’ sul livello di istruzione invece che le differenze sono più nette: i contrari al matrimonio gay infatti sono all’83% tra coloro che hanno un titolo di studio di base, al 67% tra coloro che hanno avuto una formazione professionale, al 44% tra coloro che hanno avuto una formazione media (diploma) e crolla al 31% tra i laureati. Chi abita nelle grandi città voterà all’80% per il mantenimento della legge, mentre chi abita in campagna e nei piccoli paesini al 65-68% è contro il matrimonio gay. Tra i cattolici, il fronte del NO vince ovviamente alla grande, col 72% dei consensi. E le opinioni politiche contano altrettanto: le persone che si definiscono di centro-sinistra sono al 70% per il SI’, quelle di centro al 59% sempre per il SI’ e quelle di centro-destra all’85% per il NO.

Insomma, il paese è realmente spaccato e le percentuali sono ancora troppo incerte per sapere che fine farà il matrimonio gay nei nostri vicini di casa. Ma la vicenda slovena, i cui risultati saranno resi noti domenica sera, avrà sicuramente ripercussioni nel dibattito politico italiano sulle unioni civili, chiunque risulterà vincitore nel referendum.