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Storico coming out nella Chiesa. Il Vaticano: lasci gli incarichi

Krzysztof Olaf Charamsa ha fatto coming out. Ed ora dice: cercherò un nuovo lavoro

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Krzysztof Olaf Charamsa è nato in Polonia a Gdynia 42 anni fa. Non è uno qualunque visto che anche Wikipedia gli dedica una conferenza stampa dove ha anche presentato il suo compagno, Eduardo.

SPECIALE COMING OUT IN VATICANO:
– cosa è successo: https://goo.gl/2jC3bz
– il coming out sulla tv polacca tradotto: https://goo.gl/uYWGv7
– la gallery fotografica della prima coppia gay del Vaticano: https://goo.gl/3lB59H
– “Lo dedico alla persona che amo”: https://goo.gl/vqNm9o
– l’analisi di Aurelio Mancuso: https://goo.gl/IVFP24
– il giorno dopo parla Eduard: https://goo.gl/4Qqooz

Nell’intervista al Corriere della Sera di oggi ha spiegato perché ha deciso di fare coming out e di rivelare che ha pure un compagno:

«Arriva un giorno che qualcosa si rompe dentro di te, non ne puoi più. Da solo mi sarei perso nell’incubo della mia omosessualità negata, ma Dio non ci lascia mai soli. E credo che mi abbia portato a fare ora questa scelta esistenziale così forte — forte per le sue conseguenze, ma dovrebbe essere la più semplice per ogni omosessuale, la premessa per vivere coerentemente — perché siamo già in ritardo e non è possibile aspettare altri cinquant’anni. Dunque dico alla Chiesa chi sono. Lo faccio per me, per la mia comunità, per la Chiesa. È anche mio dovere nei confronti della comunità delle minoranze sessuali».

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Charamsa nell’intervista che ha deciso di rivelare la sua omosessualità per scuotere la coscienza della Chiesa, che secondo lui non conosce l’omosessualità perché non conosce gli omosessuali. E dice che probabilmente non potrà più continuare a insegnare nelle scuole cattoliche dove attualmente lavora dopo il coming out. «Una coppia di lesbiche o di omosessuali deve poter dire alla propria Chiesa: noi ci amiamo secondo la nostra natura e questo bene del nostro amore lo offriamo agli altri, perché è un fatto pubblico, non privato, e non è una ricerca esasperata del piacere». Tuttavia, quando Elena Tebano gli ricorda che la dottrina cattolica esclude i gay dal sacerdozio, la sua è una pura risposta da prete: ««È una regola introdotta nel 2005 quando io ero già sacerdote, e che vale solo per le nuove ordinazioni». Come se l’irretroattività della legge fosse un principio che vale per le coscienze, oltre che per i tribunali. Infine chiude così:

«Se non fossi trasparente, se non mi accettassi, non potrei comunque essere un buon sacerdote perché non potrei fare da tramite alla felicità di Dio. Penso che su questi temi la Chiesa sia in ritardo rispetto alle conoscenze che ha raggiunto l’umanità. È già successo in passato: ma se si è in ritardo sull’astronomia le conseguenze non sono così pesanti come quando il ritardo riguarda qualcosa che tocca la parte più intima delle persone. La Chiesa deve sapere che non sta raccogliendo la sfida dei tempi».

Charamsa nella conferenza stampa di stamani, dove ha presentato anche il suo compagno, ha quindi attaccato: «Devo parlare di ciò che ho subito al S.Uffizio, che è il cuore dell’omofobia della Chiesa cattolica, un’omofobia esasperata e paranoica». Poi il teologo ha definito papa Francesco «fantastico» perchè «ci ha fatto riscoprire la bellezza del dialogo, non dialogavamo. Ora il sinodo sulla famiglia sia davvero di tutte le famiglie e nessuna sia esclusa». Charamsa chiede al papa anche di modificare il catechismo e afferma che informerà personalmente il pontefice: «Devo ancora consegnargli la lettera».

Il capo della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi, ha dichiarato che il prelato polacco Krzysztof Olaf Charamsa, 43 anni, segretario aggiunto della Commissione teologica internazionale vaticana e ufficiale della Congregazione per la dottrina della fede, dovrà “lasciare ogni incarico” presso la Santa Sede dopo aver rivelato di essere omosessuale e di avere un compagno. Per questo, assicura il portavoce vaticano, “certamente mons. Charamsa non potrà continuare a svolgere i compiti precedenti presso la Congregazione per la dottrina della fede e le Università pontificie, mentre gli altri aspetti della sua situazione sono di competenza del suo Ordinario diocesano”. Ovvero, il vescovo di Pelplin, essendo Charamsa sacerdote diocesano della diocesi polacca, ordinato il 28 giugno del 1997.

Sulla prossima rimozione dai suoi incarichi in Vaticano, Charamsa taglia corto: “Cercherò lavoro“. E annuncia che “è pronto per la stampa, in italiano e in polacco, un libro in cui metto la mia esperienza a nudo”. “So che dovrò rinunciare al mio ministero – diceva nell’intervista -. La Chiesa mi vedrà come uno che non ha saputo compiere il proprio dovere (riferimento alla castità, ndr), uno che si è perso e per di più non con una donna ma con un uomo. Ma io – tiene a far sapere Charamsa – non faccio questo per vivere con il mio compagno, lo faccio per me, per la mia comunità, per la Chiesa. E’ una decisione molto più profonda, che nasce dalle mie riflessioni su ciò che guida la Chiesa”.

Cosa sta succedendo nella Chiesa Cattolica alla vigilia del Sinodo sulla famiglia? Lo abbiamo chiesto ad Aurelio Mancuso

SPECIALE COMING OUT IN VATICANO:
– cosa è successo: https://goo.gl/2jC3bz
– il coming out sulla tv polacca tradotto: https://goo.gl/uYWGv7
– la gallery fotografica della prima coppia gay del Vaticano: https://goo.gl/3lB59H
– “Lo dedico alla persona che amo”: https://goo.gl/vqNm9o
– l’analisi di Aurelio Mancuso: https://goo.gl/IVFP24