Unioni civili: tutti gli ostacoli che la legge affronterà - cirinna new1 1 - Gay.it Archivio

Unioni civili: tutti gli ostacoli che la legge affronterà

La relatrice è sicura che a Marzo il testo arriverà in aula, ma con quali modifiche?

La senatrice Monica Cirinnà

La senatrice Monica Cirinnà

È sulle unioni civili che potrebbe consumarsi lo strappo definitivo tra il Pd e NCD. Uscita malconcia dall’elezione del Presidente della Repubblica, ora la maggioranza di governo potrebbe subire altri colpi sulle riforme e proprio sul testo in discussione alla Commissione Giustizia del Senato sui cui NCD ha sempre manifestato non poco disappunto .
In un’intervista rilasciata oggi a La Stampa, la relatrice del ddl, Monica Cirinnà, conferma che c’è tutta l’intenzione di mantenere la tempistica promessa. “Con Renzi ne abbiamo parlato l’ultima volta che è venuto al Senato, e ci siamo confermati il cronoprogramma – spiega la senatrice democratica -: portare il testo sulle unioni civili in Aula a marzo“. Se approvata nella forma attuale, la legge dà “diritti, doveri e riconoscimenti a chi è unito da un legame affettivo e ha un rapporto di convivenza”. Niente matrimonio, sia chiaro, ma l’estensione alle coppie gay e lesbiche dei diritti e dei doveri previsti per le coppie eterosessuali che si sposano. Tutti, tranne l’adozione. Sarà possibile adottare solo la prole del partner o della partner cosa che sanerebbe la situazione di moltissime coppie omosessuali italiane in cui solo il genitore biologico viene riconosciuto come tale, pur lasciando la porta chiusa alle adozioni di bimbi esterni alla coppia.

IL PUNTO CRITICO

L’ostacolo a che la legge arrivi così com’è in aula e venga approvato, secondo la senatrice Cirinnà, è la possibile alleanza trasversale tra i cattolici più integralisti. Una presenza massiccia dentro NCD, ma che non manca di contare appoggi anche dentro altre forze politiche, incluso il Pd.
“La stragrande maggioranza del Pd è favorevole – spiega Cirinnà -: in commissione Giustizia al Senato, su 8 membri forse uno solo ha dubbi”. Il punto critico è l’art. 3 del testo che recita: “1. Ad ogni effetto, all’unione civile si applicano tutte le disposizioni di legge previste per il matrimonio, ad esclusione della disciplina di cui all’articolo 6 della legge 4 maggio 1983, n. 184. (quello sulle adozioni, ndr). 2. La parte dell’unione civile tra persone dello stesso sesso è familiare dell’altra parte ed è equiparata al coniuge per ogni effetto. 3. Le parole «coniuge», «marito» e «moglie», ovunque ricorrano nelle leggi, decreti e regolamenti, si intendono riferite anche alla «parte della unione civile tra persone dello stesso sesso».
Su questo si gioca tutta la partita e su queste tre frasi i cattolici ultra conservatori potrebbero ingaggiare una vera e propria guerra a colpi di emendamenti dalla quale è difficile prevedere come uscirà il testo. Il precedente, a cui non non si può non pensare, è il ddl Scalfarotto sull’omofobia , modificato con l’emendamento Gitti per compiacere le larghe intese. Un emendamento che di fatto, sdogana atteggiamenti e discorsi omofobi se “assunti all’interno di organizzazioni che svolgono attività di natura politica, sindacale, culturale, sanitaria, di istruzione ovvero di religione o di culto”.

COSA POTREBBE SUCCEDERE IN AULA

Ma in aula, aggiunge, “il vero problema non è dentro al Pd, ma è capire quanti sono gli ultra-cattolici di tutti gli schieramenti e se riescono a saldarsi trasversalmente”, e “temo che dentro Ncd siano più o meno tutti contrari”.
Rimane poi l’incognita Forza Italia. Se è vero che, all’ormai famosa cena con Vladimir Luxuria , Berlusconi si era detto favorevole ad un riconoscimento “alla tedesca”, da allora molto è cambiato. L’alleanza sulle riforme tra il Pd e il partito dell’ex premier sembra essere tramontata definitivamente, a seguito del metodo scelto da Renzi per l’elezione di Mattarella, e anche la leadership di Berlusconi è seriamente messa in dubbio dai suoi stessi fedelissimi, molti dei quali non avevano gradito la presunta svolta gay-friendly di Arcore. Molte, dunque, rimangono le incognite sul ddl su cui la discussione in commissione Giustizia ricomincerà domani.