La Camera dello Stato di New York Approva matrimoni gay - NYstatonozzegayBASE - Gay.it Archivio

La Camera dello Stato di New York Approva matrimoni gay

A 40 anni da Stonewall la Camera dello stato con la più grande comunità gay approva i matrimoni. Se passerà anche al Senato diventerebbe il sesto stato a dotarsi di una legge sulle nozze gay.

La Camera dello Stato di New York ha approvato nella serata di ieri (circa le 3 ora italiana) una legge che consente i matrimoni gay. Il provvedimento, presentato il mese scorso dal governatore David Paterson, è stato approvato con 89 voti favorevoli e 52 contrari. Se la legge dovesse passare l’ostacolo della lettura al Senato, passaggio tutt’altro che scontato, quello di New York diventerebbe il sesto stato degli Usa, ma di gran lunga il più importante, a consentire i matrimoni gay. 

Una prima proposta era passata alla Camera di New York nel 2007 ma era stata bocciata dal Senato, allora a maggioranza repubblicana. Oggi i democratici hanno una piccola maggioranza anche al Senato che gli osservatori giudicano comunque non sufficiente per dare per scontata l’approvazione del provvedimento.

Una settimana fa la legge era passata nel Maine, divenuto il quinto stato americano a permettere i matrimoni gay dopo Connecticut, Massachusetts, Vermont e Iowa. La scorsa settimana anche il New Hampshire ha approvato una legge a tale proposito, ma per l’adozione ufficiale manca ancora la firma del governatore. La questione, comunque, resta molto controversa soprattutto in California dove i matrimoni gay erano stati legalizzati per un breve periodo, fino al momento in cui gli elettori hanno deciso a novembre di capovolgere una legge della Corte suprema. La questione è finita sotto le luci dei riflettori proprio in questi giorni a causa delle dichiarazioni di Miss California, Carrie Prejean, che ha rischiato di perdere la corona dopo le polemiche esplose a causa delle proprie convinzioni, contrarie al matrimonio tra omosessuali. La miss, si è difesa affermando di aver esercitato semplicemente «la libertà di espressione» e di essere stata punita per questo.