Il giorno della verità è arrivato: in Slovenia sono definitivamente aperte le urne per abrogare o ratificare la legge sul matrimonio gay introdotta nel marzo scorso dal governo attuale. Abbiamo già affrontato l’argomento in diversi articoli negli scorsi giorni. I risultati sono attesi nella serata e Gay.it li aggiornerà via via.
Approfondisci l’argomento:
– marzo 2015: La Slovenia dice sì al matrimonio egualitario. Italia sempre più sola
– ottobre 2015: Slovenia: Corte Costituzionale dice sì a referendum sul matrimonio gay
– novembre 2015: In Slovenia sono aperte le urne per il referendum sul matrimonio gay
– dicembre 2015: Slovenia: a rischio la vittoria nel referendum sul matrimonio gay
-dicembre 2015: Slovenia: domenica il referendum sul matrimonio gay. L’intervista
Era il marzo 2015 quando il governo introduceva, nonostante le grandi resistenze della Chiesa Cattolica, il matrimonio anche alle coppie del medesimo sesso, con tutte i diritti ed i doveri delle coppie eterosessuali, adozioni comprese. La Repubblica Slovena è una piccola nazione, di soli 2 milioni di abitanti, dei quali il 57% si è dichiarato nel censimento del 2012 di religione cattolica. Subito dopo, i gruppi cattolici si iniziarono ad organizzare per raccogliere le firme ed indire un referendum: c’è voluta la Corte Costituzionale a indirlo, però, perchè il Parlamento, a larga maggioranza favorevole al matrimonio gay, aveva provato a non accettarlo, sostenendo che si trattasse di un diritto fondamentale e pertanto non sottoponibile a consultazione referendaria.
Il risultato non è affatto scontato. Il fronte del no al matrimonio gay, che ha fatto una campagna molto terroristica basata – come c’era da aspettarsi – sulla difesa della famiglia tradizionale minata dalla “teoria gender” -, deve portare a casa almeno 334.000 sì, pari al 20% dell’elettorato attivo: questo infatti prevede la nuova riforma costituzionale. Altrimenti, le legge sul matrimonio gay resterà in vigore. Gli ultimi sondaggi parlavano di un 35-40% degli sloveni pronto a votare e, di questi, un 51% contrario al matrimonio gay.
Non rimane che aspettare. Con un po’ di ansia, perchè è inevitabile che il risultato sloveno se favorevole potrà dare una mano alle unioni civili italiane calendarizzate in Senato per il prossimo 24 gennaio, se contrario creerà non poche difficcoltà e ridarà fiato ai gruppi cattolici integralisti, che dopo la sconfitta nel referendum irlandese avranno portato a casa finalmente una vittoria replicabile in altri paesi come in Francia (dove già scalpitano, fortificati dalla vittoria del Front National alle ultime elezioni regionali) e soprattutto in Italia.